Venezia Contro
L'isola che...c'è! Pensieri controcorrente sulla città più bella (ma non intelligente)del mondo
giovedì 29 marzo 2012
Le nobildonne veneziane
Le nobildonne, di solito vecchie batane con cognomi altisonanti, sono la rovina di Venezia. Più cercano di salvare Venezia, più ne decretano la morte. Sono queste signore sangueblu , con i loro tentavi pseudo-filantropici e il loro senso del decoro, ad affossare la città rigettandola nel coservatorismo più bieco e patinato, nel falso mito del passato. Nel ricordo della Gloriosa Serenissima fanno la fleboterapia ad un'idea di città - moribonda - che loro stesse si ostinano a tenere in vita. Non torneranno più i tempi in cui si facevano portare in giro in gondola , il tempo dei lacchè e delle servette. Sono destinate a marcire nei loro antri umidi e decadenti, che non hanno più i soldi per restaurare. Ma per favore, non tirate anche quel poco che rimane di Venezia nella vostra marcescenza pre-morte. Non cercate di salvare Venezia paralizzando tutto ciò che è nuovo e originale. Chiudetevi nei vostri salotti con i vostri amici sangueblu e non rompete le balle. Criogenatevi nell'attesa che torni la Serenissima. Oppure andatevene al caldo, che vi passano i reumatismi e c'avete pure i soldi per andarci! Siete la "Morte a Venezia", o meglio, la "morte di Venezia".
martedì 21 febbraio 2012
Fogna a cielo aperto?
Un rovello per la testa. Avevo iniziato a pensarci già la sera prima. Poi mi ero addormentato, ma la mattina l’interrogativo bussava di nuovo la porta. Quando tiro l’acqua del cesso del mio bilocale veneziano dove va a finire il tutto? Ma a Venezia ci sono le fogne? Non ci avevo mai pensato. Sentendo la puzza dei canali mi veniva da pensare che tutto finisse nell’acqua, ma mi sembrava un po’ strano che un’intera città cacasse in canale. Mi documentai su internet. Google: Venezia Fogne. Terzo risultato: “Anche Venezia avrà le fogne” Repubblica — 14 novembre 1986 pagina 20 sezione: CRONACA. VENEZIA. Clicco sull’articolo:
VENEZIA. Per la prima volta nella sua lunga storia, Venezia avrà una rete fognaria. Ancora oggi infatti, come nella notte dei tempi, le singole case veneziane scaricano direttamente nei canali, aggravando così specialmente da quando si usano i detersivi l' inquinamento della Laguna nella quale già si riversano gli scarichi delle fabbriche della zona industriale e i concimi e fertilizzanti usati nelle campagne dell' entroterra. L' amministrazione comunale ha predisposto infatti un progetto generale della rete di fognatura di Venezia, che con una spesa di 500 miliardi, cinque stazioni di pompaggio e una condotta sublagunare, dovrà servire l' intero centro storico della città.
Ok, in effetti il problema c’èra e qualcuno ad un certo punto si era reso conto che una rete fognaria era cosa buona e giusta. Ma poi l’avevano fatta? E gli appartamenti del mio palazzo dove scaricavano? Non ero convinto e continuai la ricerca. Se sul campo di ricerca di Google scrivi una domanda con tanto di punto interrogativo l’internet del 2010 ti da la risposta. Yahoo Anwers per la precisione, che mi linka su un blog in cui un tizio tenta di dare una risposta più precisa. Il signor x parte da una considerazione, ovvero la puzza di merda che ultimamente si sente in molti bar e ristoranti veneziani. Da lì parte un interessante excursus sulla rete fognaria:
Premetto che chi scrive è un fumatore inveterato, il quale ha coltivato la propria indulgenza al tabacco per oltre trent'anni, e non è quindi un esteta dell'odorato, anzi, una persona le cui facoltà olfattive sono presumibilmente inferiori alla media. Ciononostante, da qualche anno ho cominciato a soffrire per un odorino leggero ma oltremodo sgradevole e persistente che sta diventando il ''leit-motif'' aromatico dei locali pubblici di Venezia. Questo odore rivela immediatamente la propria provenienza fognaria anche all'annusatore meno attento. A quanto mi risulta, Venezia fu tra le prime città a dotarsi di impianti di smaltimento dei liquami neri attraverso sistemi di fosse settiche. Gli scolmatori di queste fosse sboccano nei canali, poco sotto il livello del medio mare; Venezia e i suoi frequentatori sono da secoli abituati a gratificarsi ai lezzi organici esalati da questi scolmatori in occasione di basse maree pronunciate che ne lascino scoperti gli orifizi. Questo odore tipico di molte notti estive veneziane è persino noto in tutto il mondo con nomignoli ironici e quasi affettuosi come ''profumo notte di Venezia'' o ''eau du canal''. È un odore forte e non si può dire che sia piacevole, ma neppure che lo si percepisca come qualcosa di sottilmente infetto e che permane nel naso dopo essersi allontanati dalla sua origine.
Fosse settiche? E che cazzo sono? Scolmatori? Ma insomma, quando la gente caca e piscia dove vanno a finire le loro schifezze? Per fugare ogni dubbio non c’era altro da fare che adottare il metodo empirico, seguendo le orme del buon Cartesio o di Locke, Hume e il resto della compagnia. Quel pomeriggio c’era anche bassa marea e, oltre le tane delle pantegane, sulle nude fondamenta dei palazzi sul canale si intravedevano anche quelli che dovevano essere gli sbocchi dei sopracitati scolmatori. Andai in bagno a fare quello che dovevo fare. Poi, mentre tiravo l’acqua, mi affacciai con attenzione alla finestra. Si intravedeva un gorgoglio ma non gli escrementi. Ne fui sollevato, tuttavia era plausibile che, non galleggiando, finissero direttamente sul fondo. Riempii allora il cesso di detersivo per piatti e tirai nuovamente l’acqua. Con mio grande stupore un conato di schiuma era fuoriuscito in canale e si diffondeva trasportato dalla leggera corrente. Non c’era più dubbio, avevo la prova provata di quanto sospettavo. Devo ammettere che mi rattristai abbastanza e non fu una bella giornata.
VENEZIA. Per la prima volta nella sua lunga storia, Venezia avrà una rete fognaria. Ancora oggi infatti, come nella notte dei tempi, le singole case veneziane scaricano direttamente nei canali, aggravando così specialmente da quando si usano i detersivi l' inquinamento della Laguna nella quale già si riversano gli scarichi delle fabbriche della zona industriale e i concimi e fertilizzanti usati nelle campagne dell' entroterra. L' amministrazione comunale ha predisposto infatti un progetto generale della rete di fognatura di Venezia, che con una spesa di 500 miliardi, cinque stazioni di pompaggio e una condotta sublagunare, dovrà servire l' intero centro storico della città.
Ok, in effetti il problema c’èra e qualcuno ad un certo punto si era reso conto che una rete fognaria era cosa buona e giusta. Ma poi l’avevano fatta? E gli appartamenti del mio palazzo dove scaricavano? Non ero convinto e continuai la ricerca. Se sul campo di ricerca di Google scrivi una domanda con tanto di punto interrogativo l’internet del 2010 ti da la risposta. Yahoo Anwers per la precisione, che mi linka su un blog in cui un tizio tenta di dare una risposta più precisa. Il signor x parte da una considerazione, ovvero la puzza di merda che ultimamente si sente in molti bar e ristoranti veneziani. Da lì parte un interessante excursus sulla rete fognaria:
Premetto che chi scrive è un fumatore inveterato, il quale ha coltivato la propria indulgenza al tabacco per oltre trent'anni, e non è quindi un esteta dell'odorato, anzi, una persona le cui facoltà olfattive sono presumibilmente inferiori alla media. Ciononostante, da qualche anno ho cominciato a soffrire per un odorino leggero ma oltremodo sgradevole e persistente che sta diventando il ''leit-motif'' aromatico dei locali pubblici di Venezia. Questo odore rivela immediatamente la propria provenienza fognaria anche all'annusatore meno attento. A quanto mi risulta, Venezia fu tra le prime città a dotarsi di impianti di smaltimento dei liquami neri attraverso sistemi di fosse settiche. Gli scolmatori di queste fosse sboccano nei canali, poco sotto il livello del medio mare; Venezia e i suoi frequentatori sono da secoli abituati a gratificarsi ai lezzi organici esalati da questi scolmatori in occasione di basse maree pronunciate che ne lascino scoperti gli orifizi. Questo odore tipico di molte notti estive veneziane è persino noto in tutto il mondo con nomignoli ironici e quasi affettuosi come ''profumo notte di Venezia'' o ''eau du canal''. È un odore forte e non si può dire che sia piacevole, ma neppure che lo si percepisca come qualcosa di sottilmente infetto e che permane nel naso dopo essersi allontanati dalla sua origine.
Fosse settiche? E che cazzo sono? Scolmatori? Ma insomma, quando la gente caca e piscia dove vanno a finire le loro schifezze? Per fugare ogni dubbio non c’era altro da fare che adottare il metodo empirico, seguendo le orme del buon Cartesio o di Locke, Hume e il resto della compagnia. Quel pomeriggio c’era anche bassa marea e, oltre le tane delle pantegane, sulle nude fondamenta dei palazzi sul canale si intravedevano anche quelli che dovevano essere gli sbocchi dei sopracitati scolmatori. Andai in bagno a fare quello che dovevo fare. Poi, mentre tiravo l’acqua, mi affacciai con attenzione alla finestra. Si intravedeva un gorgoglio ma non gli escrementi. Ne fui sollevato, tuttavia era plausibile che, non galleggiando, finissero direttamente sul fondo. Riempii allora il cesso di detersivo per piatti e tirai nuovamente l’acqua. Con mio grande stupore un conato di schiuma era fuoriuscito in canale e si diffondeva trasportato dalla leggera corrente. Non c’era più dubbio, avevo la prova provata di quanto sospettavo. Devo ammettere che mi rattristai abbastanza e non fu una bella giornata.
mercoledì 2 dicembre 2009
Venezia come Manhattan. Mah.
Un gruppo di giovani di buona volontà, veneziani e non (ma tutti residenti a Venezia), hanno costituito qualche tempo fa una cooperativa abitativa. Lo scopo era quello di fare pressione sull'amministrazione cittadina per avere la possibilità di acquistare/affittare appartamenti a prezzi "calmierati" (attenzione: non regalati, ma ad un affitto/costo mq in linea con quello di una normale città e consono ad un normale stipendio). Ovviamente non pretendevano piani nobili o palazzi affacciati sul Canal Grande, ma la possibilità di recuperare (anche autofinanziandosi) edifici disabitati o sfitti. Un normalissimo progetto di edilizia convenzionata o social housing, come ce ne sono tanti in altre città, niente di così rivoluzionario.
Il gruppo viene ricevuto dal Sindaco filosofo che, dopo un attimo di raccoglimento, elargisce una perla di saggezza: "rrrragazzi - dice con un tono un po' stizzito - dovete capire che oramai abitare a Venezia è come stare a Parc Avenue, a Manhattan.Un consiglio? Andate a Mestre che costa meno". Valide e serie le politiche abitative dell'amministrazione comunale!!E, soprattutto, lungimiranti! Non basta che siano andati già i nostri genitori e i nostri nonni a Mestre, perchè Venezia costava troppo? Devono sparire anche quei pochi giovani che cercano con tutte le forze di stare a Venezia? Ma chi ci deve stare a Venezia, oltre al Sindaco? Perchè non viene anche il Sindaco nella ridente Mestre?
Un'altra precisazione: non mi sembra che Venezia sia come Manhattan. New York è una città che vive 24 ore su 24, piena di servizi, una città che offre molte possibilità lavorative. Venezia non offre nulla di tutto questo. I 6 mila euro a mq di un appartamento a Manhattan sono indubbiamente più giustificati rispetto a Venezia. Per chi non lo sapesse, con il dollaro "debole" comprare una casa a Venezia costa quanto una casa a Manhattan (e su questo il sindaco ha ragione). Forse più che a Mestre converrebbe andare nel New Jersey...e se si fanno i soldi comprare un luminoso bilocale a Manhattan.
Il gruppo viene ricevuto dal Sindaco filosofo che, dopo un attimo di raccoglimento, elargisce una perla di saggezza: "rrrragazzi - dice con un tono un po' stizzito - dovete capire che oramai abitare a Venezia è come stare a Parc Avenue, a Manhattan.Un consiglio? Andate a Mestre che costa meno". Valide e serie le politiche abitative dell'amministrazione comunale!!E, soprattutto, lungimiranti! Non basta che siano andati già i nostri genitori e i nostri nonni a Mestre, perchè Venezia costava troppo? Devono sparire anche quei pochi giovani che cercano con tutte le forze di stare a Venezia? Ma chi ci deve stare a Venezia, oltre al Sindaco? Perchè non viene anche il Sindaco nella ridente Mestre?
Un'altra precisazione: non mi sembra che Venezia sia come Manhattan. New York è una città che vive 24 ore su 24, piena di servizi, una città che offre molte possibilità lavorative. Venezia non offre nulla di tutto questo. I 6 mila euro a mq di un appartamento a Manhattan sono indubbiamente più giustificati rispetto a Venezia. Per chi non lo sapesse, con il dollaro "debole" comprare una casa a Venezia costa quanto una casa a Manhattan (e su questo il sindaco ha ragione). Forse più che a Mestre converrebbe andare nel New Jersey...e se si fanno i soldi comprare un luminoso bilocale a Manhattan.
giovedì 19 novembre 2009
Venezia ai Veneziani?Assolutamente no
Venezia ai Veneziani?ASSOLUTAMENTE NO! le hanno già fatto troppo male, hanno già sprecato infinite occasioni, non hanno più credibilità. Venezia dovrebbe essere commissariata, per liberarsi delle sue enormi zavorre e rendere possibile una corretta gestione della Cosa pubblica. Se ne è capace uno scozzese, un giapponese o un francese, ben venga! Venezia è la città di tutti, i Serenissimi doc, o quelli che si credono tali, sono merce scaduta. Meglio congelarli e metterli in freezer, per evitarne la decomposizione.
Venezia si è isolata dal resto del mondo ma il resto del mondo se ne frega. Venezia è stata il centro del mondo ma ha fatto di tutto per tornare ad essere un'isola nella palude. Gli abitanti delle isole, quando troppo isolati, incorrono in tare genetiche. L'osservatore attento, passeggiando per callie e campielli, può rendersene facilmente conto.
Isolata
Venezia si è isolata dal resto del mondo ma il resto del mondo se ne frega. Venezia è stata il centro del mondo ma ha fatto di tutto per tornare ad essere un'isola in mezzo alla palude. Gli abitanti delle isole, quando troppo isolati, incorrono in tare genetiche. L'attento osservatore, passeggiando per calli e campielli, può rendersene facilmente conto.
Serenissimi rincoglioniti
Venezia è nelle mani di papponi magnaccia. Venezia è una puttana sfruttata in primis dai suoi stessi abitanti/colonizzatori. Da sempre si pensa solo a proteggere rendite e lobbies. Un tempo, in passato, queste lobbies erano anche di un certo peso, giravano interessi economici rilevanti e cruciali. Una città costruita dai mercanti, i primi a rischiare nelle loro imprese, capaci di "osare" e di concepire una città a loro immagine e somiglianza. Ora si fanno gli interessi di albergatori, ristoratori, gondolieri, affittuari e altri pescecani. Hanno più potere i gondolieri delle associazioni di categoria, il che è tutto un dire. Una cosa banale come spostare i venditori di grano in piazza San Marco, evitando che i piccioni imbrattassero i monumenti, è parsa un'impresa titanica. L'amministrazione ha dovuto risarcire profumatamente questi personaggi, una decina di bancarellari che hanno tenuto per mesi sotto scacco l'amministrazione comunale. E se l'amministrazione non riesce ad avere il "pugno di ferro" con quattro disgraziati di cui non frega niente a nessuno - e che hanno già fatto abbasanza soldi vendendo a peso d'oro mangime per piccioni- come può affrontare cose più serie? il vero problema sono comunque i veneziani, adagiati, incapaci di rischiare, ridotti a vendere maschere, paccottiglia e affittare abusivamente squallidi magazzini trasformati in pied a terre. Ci crediamo Serenissimi...ma più che altro siamo serenessimi nel nostro totale rincoglionimento. Più facile continuare a sfruttare la vecchia battona, che però dietro l'ombretto è avvizzita e piena di rughe, un bocconcino niente male per gerontofili...forse si riuscirà ancora a tirarne fuori quattro soldi.
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